di Valeria Quarto

Giornalaio, lavoro in via d'estinzione: «I quotidiani non si vendono più»
BARI - «Nella città di Bari le edicole sono circa 140, ma negli ultimi quattro anni ne sono stati chiuse circa 35, con un calo del fatturato pari al 35%». Parola di Vito Michea, responsabile della sezione barese del Sinagi (Sindacato nazionale giornalai d’Italia). Uno dei mestieri più “tradizionali”, storici, quello appunto del giornalaio, sta infatti vivendo un periodo di forte crisi. Il motivo? Semplice: i giornali, soprattutto i quotidiani, si vendono sempre di meno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Fino a una decina di anni fa gli affari andavano bene, ma ora le cose stanno cambiando, i lettori si informano sempre più su internet, risparmiando sul costo del quotidiano», dice il barese Gianluca, che “vive” da quando era piccolo in un’edicola di via Jacini, prima gestita dai suoi genitori per 35 anni e poi da lui in prima persona. L’analisi è confermata da Dani, 29enne che gestisce un “chiosco” di viale della Resistenza:  «Tutti i miei clienti hanno una “certa età”, i giovani ormai leggono sul web».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

D’altronde perché andare a comprare un giornale che dà le notizie solo dopo ore che i fatti sono avvenuti quando su internet si possono leggere notizie in tempo reale, si può scegliere tra varie fonti e il tutto in maniera gratuita?

«Ormai i quotidiani li comprano in pochi, sempre gli stessi signori “anzianotti” – scherza Fara, 32enne che possiede un negozio di giornali a Modugno -. E molti li comprano solo per leggere i necrologi, per vedere chi è morto così da avere qualcosa di cui parlare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma mentre conversiamo si intromette un signore sulla 70ina, con i baffetti bianchi curati e la camicia abbottonata meticolosamente, che afferma: «Non è vero che gli anziani leggono solo i quotidiani e non è vero che la qualità dei giornali è migliore di quella del web. Io accendo il pc e leggo tutte le notizie. E’ bellissimo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non conoscono la crisi invece i giornali sportivi, i settimanali femminili e le riviste pornografiche, del cui immutato successo abbiamo già parlato in un precedente articolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E agli affari che vanno male si unisce anche la vita sacrificata dei giornalai.  «Ho comprato l’edicola tre anni fa e da tre anni mi sveglio alle 5 – ci racconta Dani - . Lavoro dalle 12 alle 13 ore al giorno e la mia è un’occupazione che “non conosce la malattia”. Persino il 1° maggio, giorno della festa dei lavoratori, si lavora». Il chioschetto di Dani, verniciato di verde è molto piccolo e per questo, come lui stesso ci dice, la vita lì dentro non è delle più comode: «In estate è terribile, fa davvero caldo e non c’è ventilatore che vinca l’afa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Domenico e sua moglie Iolanda invece gestiscono un’edicola in viale della Repubblica dal 2010. «Abbiamo deciso di imbarcarci in questa avventura, senza sapere esattamente a che cosa andavamo incontro - ci racconta la signora -. La vita qui dentro è dura perché lo spazio è limitato, fa freddo in inverno, infatti indosso sempre il cappotto e per andare al bagno bisogna recarsi per forza a un bar vicino».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E se prima i giornalai erano tutelati dal fatto che non si poteva aprire un esercizio troppo vicino a un altro già esistente, ora il Consiglio di Stato con la sentenza n.1945 del 9 aprile 2013, ha stabilito che, “alla luce della normativa comunitaria, qualsiasi limite quantitativo alle distanze tra edicole è da ritenersi illegittimo”, aprendo di fatto alla liberalizzazione della vendita dei giornali. «Dal 1° dicembre però cominceremo con gli scioperi per protestare contro la liberalizzazione», afferma Fara.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Finora per aprire un’edicola, visti i vincoli imposti (e quindi con la conseguente difficoltà di ottenere un’autorizzazione dal Comune), la via più semplice era quella di rilevare l’attività da un esercizio già esistente. «Sì ma a me per prendere in gestione un’edicola nel rione Japigia di Bari mi hanno chiesto 30mila euro – afferma il 30enne Dario -. Mi sono fatto un po’ di conti e ho rinunciato, visto che un po’ tutti mi hanno detto che il guadagno mensile non avrebbe superato i 1200 euro». Anche il sindacalista Michea ci conferma questi dati: «Il guadagno lordo mensile medio per gli edicolanti è di circa mille euro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma, si guadagna sempre meno. «Se poi ci mettiamo anche le case editrici che ci mettono i bastoni tra le ruote, il problema si acuisce - sottolinea Gianluca -. Spediscono copie gratuite alle persone, come si fa con i volantini: le mettono nella cassetta della posta, credendo che il potenziale cliente, leggendo il giornale e apprezzandolo, verrà successivamente in edicola per acquistare il prossimo numero. Ma questo non avviene mai».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E mentre il giornalaio ci svela questa “strategia” di marketing degli editori, si presenta all’edicola una signora anziana, con il carrello della spesa in una mano e tre copie di una rivista mensile nell’altra ed esclama: «Giovanotto, ho trovato queste nella cassetta postale di casa mia, le vuoi?». Insomma ora è il cliente che vende al commerciante. E ne regala una copia anche a noi: «Prendetela, è gratis».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E Gianluca, affacciandosi dalla finestrella del suo chiosco, non può far altro che sospirare rassegnato.


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  • yury - il web è la moda del momento ,gli editori non ricevono più i contributi ,le edicole si ridimensionano ,ma la carta è e resterà più versatile.


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