di Mariangela Dicillo

Sedie, tavoli, cucina barese: le famiglie che ''si stanno'' sul lungomare
BARI - «In casa non c'è spazio per stare tutti insieme e poi fa caldo e il padrone di casa mia non vuole il casino nel condominio, allora veniamo qua che è fresco e non diamo fastidio a nessuno». Franca e la sua famiglia sono alcuni dei tanti habituè serali del lungomare barese che da San Girolamo arriva a Pane e Pomodoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da sempre infatti i marciapiedi che costeggiano il mare sono presi d’assalto durante i mesi più caldi da persone che in casa non hanno certo l’aria condizionata e che difficilmente riescono a organizzare cene in ristoranti e pizzerie. E quindi si organizzano diversamente: ogni famiglia prende sedie e tavoli da casa, cucina qualcosa e porta tutto “ngann a mar”, davanti al mare, dove "si stanno" per scappare dal caldo e dalla noia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Armati spesso di fornacelle dove improvvisare l'arrosto di carne e di pesce (polpo soprattutto), le famigliole composte da nonni, zii, figli e nipoti, si sistemano su un punto prescelto della costa e danno il via ad allegre cenette dove non mancano mai vino e birrozze che accompagnano la degustazione dei piatti tipici baresi. Sulle tavole, coperte da tovaglie rammendate, distinguiamo teglie di riso patate e cozze, parmigiana, salsiccia, spiedi di carne, focacce, pizze rustiche e polpette e, occasionalmente, anche della frutta di mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questi ostinati prosecutori di una tradizione folcloristica ampiamente consolidata negli anni, si possono trovare dalle 9 di sera alle 2 di notte a San Girolamo, a San Cataldo, accanto all'ingresso della Fiera del Levante, sul lungomare Imperatore Augusto che costeggia la Muraglia, sulla rotonda di piazza Diaz e nel parcheggio di Pane e Pomodoro. (Vedi foto galleria)

La succitata Franca ama sistemarsi con la sua famiglia vicino al Faro di San Cataldo. Avviciniamo il folto gruppo e subito Ezia, la nuora di Franca, incuriosita dalla nostra presenza ci invita a sederci con loro per condividere un bicchiere di birra. Scelta non condivisa da suo marito Antonio, che ci porge invece del buon vino prodotto da lui e una fetta di panettone dicendo: «Mangia, è buono, tanto sta pagato». Ma la cognata Mina aggiunge: «Non è che è scaduto? Sta là da Natale». A quel punto interviene il capofamiglia, nonno Nicola, che stronca tutti e afferma: «Ai tempi miei mangiavamo il pane con la "paluscia" (con la muffa) e nessuno si lamentava». «Che quella fine dobbiamo fare, sta la crisi», rispondono in coro i figli disillusi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Così, tra un bicchiere di vino, una fetta di panettone, una briscola e un burraco e una incessante chiacchiera interrotta solo dalle pallonate dei bambini che fanno del marciapiede il loro campo da calcio, queste persone passano la serata in allegra compagnia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Purtroppo però non tutte le famiglie sono così ben disposte come quella di Franca. Nello spiazzale della Fiera gentilmente ci pregano di allontanarci e di non fare foto. Lungo il litorale che costeggia la Muraglia una signora anziana ci grida contro: «Che cosa volete? Stiamo solo mangiando, vedete se ve ne andate veloce, veloce». Alla rotonda di piazza Diaz pur di non parlarci si nascondono tra le auto parcheggiate e il palco allestito per un concerto e anche loro ci liquidano con un «Vogliamo stare tranquilli, sciatavinne sciat».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Finché non arriviamo al parcheggio della spiaggia di Pane e Pomodoro dove una famiglia armata di fornace che imbandisce una lunga tavolata, arriva a scagliarci contro piatti di plastica e spiedi, intimandoci di andarcene. E alla nostra obiezione «si calmi», un anziano signore risponde: «Siete tutti corrotti, giornalisti, poliziotti e politici». E un altro gruppo, a cui avevamo chiesto di scattare una foto, ci grida contro: «Noi non ce ne andiamo». E ci tira contro delle secchiate d'acqua.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Allora, ormai delusi e perplessi dal trattamento che ci è stato riservato, decidiamo di ritornare indietro, quando un uomo di mezza età ci viene incontro. «Non ve la prendete a male per quello che vi hanno detto  -dice - è che i residenti si lamentano per il chiasso e hanno firmato delle petizioni per farli andare via, ecco perché fanno così».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ormai è tardi, sono le 2 di mattina quando decidiamo di rifare il nostro percorso al contrario. Le tavole imbandite hanno ceduto il posto a grandi cumuli di rifiuti. Ci accostiamo per scattare alcune fotografie ma non facciamo in tempo: gli addetti alla nettezza urbana sono già lì che si danno da fare per rimuovere tutto. «Meglio se li cacciano - afferma uno di loro - fanno solo casino e sporcano».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E tu lettore, da che parte stai?
 


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  • Francesco - Che schifo. In altri paesi, come a Bisceglie, esiste un preciso divieto che viene rispettato. Nessuno può occupare il lungomare o la spiaggia con tavolate che ostacolano il passaggio delle persone. E' una questione di decoro, di civiltà. E che dire della sporcizia che lasciano sulla spiaggia ogni sera? Andate a fare un giro a Palese e troverete la stessa situazione. Che schifo.


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