di Mariangela Dicillo

Barche e acquascooter terrore dei bagnanti: la costa barese è pericolosa
BARI - Vi è mai capitato, mentre eravate in spiaggia a godervi un po' di relax di veder sfrecciare barche o moto d'acqua molto vicine alla costa? O mentre eravate in acqua e vi eravate allontanati un po' dalla riva per una nuotata, di provare timore a causa di imbarcazioni che si trovavano, con il motore acceso, troppo vicine allo spazio riservato ai bagnanti? E, se siete apneisti, di aver rischiato la vita per colpa di un'elica che per poco non vi ha sfiorati mentre eravate sott'acqua?

Se frequentate la costa barese soprattutto nel weekend, la vostra risposta non potrà che essere “sì” ad almeno una di queste domande e sicuramente avrete anche voi una storia da raccontare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come Loredana, 45enne barese che durante una giornata al mare con la sua famiglia ha avuto molta paura. «Ero a Monopoli in una caletta con mio marito e i miei due bambini – racconta -. Da quando hanno imparato a nuotare entrambi li portiamo più al largo perché l'acqua è più pulita e abbiamo sempre passato dei bei momenti, fino a quando un giorno un motoscafo è passato a pochi centimetri da noi facendoci spaventare tantissimo. I bambini da allora sono terrorizzati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A Carlo, 20enne barese, è capitata un'esperienza simile. «Mi trovavo nella spiaggetta accanto al lido San Francesco, sul lungomare di San Girolamo, a circa 30 metri dalla costa, intento a tuffarmi in acqua dai frangiflutti – ricorda -. A un tratto ho sentito un rombo provenire dalle mie spalle, era una moto d’acqua che sfrecciava: per la velocità mi ha fatto cadere in mare prima che potessi tuffarmi, facendomi urtare contro uno scoglio. Per fortuna ero con dei miei amici che mi hanno soccorso. Quei pazzi però non si sono scossi minimamente: hanno spento la barca e si sono fermati a prendere il sole».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma gli apneisti a volte si trovano in situazioni ancora più pericolose. Max, che ha rischiato davvero la vita, ci racconta la sua esperienza. «L'anno scorso nonostante avessi la boa segnasub, durante una battuta di pesca nei pressi dei frangiflutti del lungomare, ho sentito un sibilo. Non ho fatto in tempo a tirare la testa fuori dall'acqua quando mi sono accorto che un acquascooter, a meno di un metro da me, stava per travolgermi. Ho dato uno scatto di reni, senza nemmeno prender fiato tentando una veloce capovolta per raggiungere il fondo. Ma non ho fatto in tempo e sono stato colpito in pieno in testa. Risultato: la muta di tre millimetri aperta sul punto dell'impatto e due punti di sutura con relativo trauma cranico. Chi guidava la moto d’acqua? Scapparono subito gridandomi anche brutte parole contro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Eppure le leggi esistono e sono molto severe: stabiliscono la distanza che le barche devono mantenere dalla costa e dalle boe dei sub. E’ contenuto tutto nei decreti delle autorità portuali e nelle circolari del maggio 1994 e successive modifiche, emanate dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione, aventi per oggetto la “Disciplina dell'uso delle spiagge e delle zone di mare riservate alla balneazione”. Qui si legge: “Le unità da diporto e le natanti possono navigare mantenendosi a distanze superiori a 300 metri dalle spiagge o 200 metri dalle scogliere e 150 metri dai segnali che indicano la presenza di subacquei, in caso di navigazione con utilizzo del motore o della vela”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E le stesse norme precisano: "Durante la stagione balneare (vale a dire da maggio a settembre), dalle ore 7 alle 20, non si può transitare nelle zone di mare riservate alla balneazione. Per prendere il largo o per approdare si devono utilizzare necessariamente i corridoi di lancio/atterraggio, navigando con andatura ridotta al minimo, esclusivamente a remi”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le moto d’acqua hanno ulteriori limitazioni: "Possono navigare tra i 400 metri e il miglio da qualsiasi tipo di costa nel periodo che va dal 1° maggio al 30 settembre e a 300 metri dalla costa nel restante periodo dell’anno. Per raggiungere tali zone di navigazione, sono soggette ad un limite di velocità di tre nodi".  La sanzione per chiunque non rispetti quanto affermato dalla legge, parte dai 172,20 euro fino ai duemila. Ma la condotta pericolosa di barche e moto d’acqua, può comportare anche il sequestro cautelare e la confisca del mezzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma se le leggi sono precise e i rischi elevati, come mai in mare ognuno fa quel che vuole? E’ evidente che la paura di essere fermati e segnalati da Guardia Costiera e Capitaneria di Porto non è poi così grande.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«A Bari, ma anche nel resto della Puglia, le barche, soprattutto le moto d’acqua, sono guidate da delinquenti che non hanno rispetto delle altre persone e del mare – afferma l’apneista Vincenzo - . E la guardia costiera fa finta di non vedere perché non vuole problemi». Per Giuseppe invece, sempre apneista, «la verità è che le ordinanze non si conoscono. Molte barche sono condotte da gente che di esperienza ne ha pochissima e non conosce, oltre alle leggi dello Stato, quelle del mare». Giacomo, altro pescatore subacqueo però ha un'altra idea: «Secondo me chi guida una barca conosce le norme, ma il desiderio di “posare” davanti alla costa è troppo grande e fa sì che la distanza dalle spiagge non sia rispettata».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sì ma la Guardia Costiera che fa? C’è anche un numero verde, attivo 24 ore su 24: il 1530. E’ un numero nazionale che rimanda al centralino telefonico della zona da cui si telefona. Abbiamo provato a chiamare il 1530 quando sulla costa di Monopoli ci siamo visti sfrecciare un motoscafo. Un signore con un accento del nord ci ha subito passato il centralino di Bari, che ci ha chiesto di cosa avessimo bisogno. Una volta spiegata la situazione, ci ha chiesto ulteriori notizie sull’imbarcazione di cui parlavamo. Non avendo potuto vedere la targa, abbiamo dovuto descrivere "fisicamente" la barca. E «per la posizione esatta - ci ha detto il funzionario - nessun problema, useremo quella del suo cellulare se non sa spiegarla con precisione e ci recheremo subito sul posto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quindi il numero funzionerebbe. Ma delle due l’una: o è poco conosciuto (cosa probabile) oppure non è vero che la Guardia Costiera interviene con prontezza in caso di segnalazioni. «Certo che ci rechiamo veramente sul posto – ci risponde il nostro interlocutore - deve solo darci solo un po’ di tempo. Poi è chiaro che, se c’è di mezzo un’emergenza, qualcos’altro di più grave, è un altro discorso. Essendo "quelli e quelli", in pochi, diamo priorità alle situazione più problematiche».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quindi tra numeri di emergenza che non si conoscono, pochi mezzi a disposizione da parte della Guardia Costiera e magari anche difficoltà nel riconoscere e descrivere un’imbarcazione che sta violando le leggi, in mare c’è chi continua a fare ciò vuole, visto che raramente (e solo in caso di lidi privati) le distanze di sicurezza sono segnalate da boe. Per chi vuole farsi una nuotata non rimane quindi che tenere sempre occhi e orecchie ben aperti, perché il pericolo nel mare di Bari è sempre in agguato.  

Nel video girato dalla muraglia di Bari tre moto d'acqua che sfrecciano molto vicine al lungomare:
 


Un video girato a Molfetta. Un apneista vede passare sopra di sé e sul suo pallone da sub una barca a motore:



 


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