di Mariangela Dicillo

Perotti, studenti a lezione senza banchi e sedie: non sono abbastanza
BARI - «Ci mancano i banchi e le sedie e ogni giorno è una corsa a chi fa prima a procurarsele dalle altre classi: non riusciamo a fare lezione in queste condizioni» . Sono le parole di Nicola, studente che frequenta il terzo anno di scuola alberghiera presso la succursale del Perotti, in via Re David a Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il suo racconto descrive chiaramente quello che accade nell'edificio: in ogni classe mancano in media quattro sedie e minimo due banchi e i ragazzi che arrivano più tardi devono girare per la scuola alla loro ricerca, andando a prelevare quelli degli studenti che sono assenti (vedi foto). A volte capita però di rimanere a mani vuote, allora si è obbligati a seguire le lezioni in piedi o si fa a turno con gli altri compagni. E se manca il banco ci si stringe.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma, una situazione paradossale (come quella già raccontata del Giulio Cesare), che si aggiunge ad altri problemi che riguarderebbero la scuola. Cristina, studentessa che frequenta il quarto anno denuncia: «Dalle pareti delle aule cadono pezzi di vernice, i termosifoni non funzionano, le lavagne sono tutte rotte, il bagno delle ragazze è inagibile perché sono scoppiate qualche giorno fa le tubature. Siamo in una situazione assurda, beati quelli della centrale che non hanno di questi problemi» . La sede centrale del Perotti infatti, che si trova a Poggiofranco, in via Niceforo, a sentire gli studenti sembra «nuovissima ed efficiente, con aule grandi, banchi e sedie in perfette condizioni». Tutta un’altra cosa rispetto alla succursale, dove sono situate le classi terze, quarte e quinte, ospitate nel Panetti di via Re David, struttura più vecchia e quindi meno ospitale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ed è chiaro che questi disagi non invogliano gli studenti a frequentare le lezioni. «Io spesso non ci vado a scuola, perché tanto so che sarà impossibile seguire i professori se devo condividere il banco con qualcuno o addirittura rimanere in piedi», confessa Gianfranco. A niente sono serviti i ripetuti scioperi. «Non abbiamo ottenuto praticamente nulla – dichiara Fabiana -. Solo il riscaldamento ora funziona un po’ di più rispetto a prima. Ma non abbiamo intenzione di fermarci: anche i professori sono dalla nostra parte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In effetti è così. Ce lo conferma una docente. «La maggior parte degli insegnanti - dice - è dalla parte dei ragazzi. E' giusto che loro scioperino se sentono che la loro scuola, l'ambiente che dovrebbe accoglierli per formarli serenamente, si presenta come un luogo ostile». Poi aggiunge: «Il dirigente scolastico sta cercando in tutti i modi di andare incontro alle esigenze degli studenti» . Ma Cristina non è d’accordo con la sua professoressa. «Il preside pensa solo alla sede centrale e noi rimaniamo qui, abbandonati – sottolinea -. Ma solo facendo leva sulle nostre forze risulta veramente difficile combattere».


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