di Raffaella Ceci

Banca del tempo, un mezzo flop: i giovani baresi ''non hanno tempo''
BARI - Condividono servizi, abilità, conoscenze e relazioni: sono le banche del tempo (Bdt), “istituti di credito” nei quali non si deposita denaro, ma il proprio tempo e la propria disponibilità. Ciascun socio “regala” qualche ora della propria settimana per fornire agli altri iscritti una certa competenza e in cambio sfrutta il tempo  messo a disposizione da un altro socio. Per fare un esempio, se io sono un insegnante di inglese, posso fare lezione agli altri soci, in cambio magari di una masterclass di cucina. Le ore vengono calcolate, accreditate e addebitate dalla banca, che funge quindi da intermediario tra domanda e offerta di tempo e di competenze.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Fin qui tutto bello, se non fosse che questa idea, nata in Gran Bretagna negli anni 80 e diffusasi in Italia a partire dal 2000, non sta riscuotendo il successo che ci si aspettava. Di fatto, soprattutto tra i giovani, “manca il tempo”. Per parlare più approfonditamente di pregi e difetti della Bdt, abbiamo incontrato Serafina Gelao, tra le fondatrici di “Vola in tempo Bari”, un banca nata nel 2008 (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come si aderisce alla vostra banca del tempo?

Bisogna presentarsi presso i nostri sportelli. Si prende visione del Regolamento e dell’elenco delle attività e si compila la scheda di iscrizione. Quindi il nuovo associato riceve la copia del regolamento, il tesserino e il libretto di “assegni tempo”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A che servono gli assegni?

L’assegno è la “valuta” delle banche del tempo. Ogni qual volta qualcuno riceve una prestazione, strappa un assegno dal libretto e lo consegna al donatore. Nell'assegno viene riportato il numero di ore recepite, chi le ha erogate e il tipo di attività svolta. L'assegno viene poi portato in banca e vengono registrate le ore spettanti al donatore. Quando l’offerta di competenze interessa più persone, si organizzano gruppi, corsi e laboratori. In questo caso il donatore di tempo riceve un assegno che registra il numero di ore prestate indipendentemente dal numero dei partecipanti. Gli aderenti alla Bdt offrono ciò che sono in grado di fare e ricevono ciò di cui hanno bisogno. Tutte le abilità hanno lo stesso valore e l’unità di scambio è l’ora.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dove si trova la vostra sede?

Noi ora siamo ospiti presso la sede comunale di “Centro futura” nel Parco 2 Giugno. Qui siamo presenti due pomeriggi a settimana, per riunirci e fare accoglienza, poi le attività vengono scambiate privatamente tra i soci.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Quali sono le competenze più richieste?

Lezioni di cucina, di lingua e di informatica, cura della casa e dei bambini, aiuto nei compiti scolastici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qualche corso più “particolare” che avete messo su?

Abbiamo organizzato un percorso itinerante di musica, lingua e cucina francese e un percorso di giustizia riabilitativa per un ragazzo in difficoltà che, in cambio del tempo offerto per alcune riparazioni di falegnameria, ha ottenuto una riduzione della pena. La domenica mattina poi, quando il tempo è bello, il nostro collaboratore Vito Favia organizza gite ed escursioni in barca in cui illustra tutto ciò che sa del mare e del navigare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Veniamo al dunque: la banca del tempo sta avendo successo a Bari?

Avremmo desiderato di più. I cittadini baresi sono incoerenti. Abbiamo raggiunto 200 iscrizioni, ma dopo la registrazione e qualche fermento iniziale, molti abbandonano e spariscono, alcuni vengono saltuariamente e quindi le adesioni ruotano intorno a pochi soggetti. I giovani si iscrivono, capiscono l’importanza e l’utilità di questi progetti ma poi, dicono di “non avere tempo”. Di fatto i nostri soci sono perlopiù persone mature, 50enni o 60enni e il 90% di loro è costituito da donne. Inoltre, il nostro territorio e chi lo governa non ci consente di avere molti spazi a disposizione per il coinvolgimento attivo dei giovani e dei cittadini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Senza giovani però non c’è futuro.

Sì, ma noi non ci diamo per vinti. Ora siamo in contatto con l’Università di Bari: vogliamo istituire, in accordo con il Rettore, una banca del tempo dell’Università. Puntiamo molto su questa prospettiva, potrebbe essere una vera svolta per i nostri obiettivi e per l’apertura sociale e culturale dei giovani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Forse il problema è che non tutti hanno delle competenze da condividere con gli altri…

Non esiste il “non so fare niente”, tutti fanno qualcosa e sono in grado di offrire quel qualcosa. Attraverso queste realtà poi ci si può mettere alla prova, si può avere la possibilità di credere maggiormente in sè stessi e in quello che si sa fare e che si ama fare. E poi, “insegnando si impara”.


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