di Maria Bruno

Alex Terlizzi: lounge, jazz, funk e quella voglia «di non sfondare»
BARLETTA - Alex Terlizzi ha 33 anni e vive a Barletta. Con brani inediti e cover rielaborate in chiave lounge, jazz e funk, propone la sua musica nei locali pugliesi. Nel 2008 è stato scelto da Mario Biondi (che l’ha scoperto per caso tramite il web), come suo ospite nella tappa leccese del proprio tour.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Alex, cosa pensi ti renda diverso dai tanti giovani cantautori che provano a “sfondare”?

Sicuramente il non voler sfondare. Vedo una corsa frenetica alla popolarità, la tv ha spettacolarizzato all'eccesso l'immagine del cantante e adesso tutti vogliono cantare e pochi vogliono studiare musica. Non è necessario il grande successo. Ci sono tanti locali e contesti che consentono di sentirsi gratificati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E tu dove hai studiato musica?

Ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte a Barletta nel ’94 da un maestro jazzista. E dal 2005 frequento un’accademia a Bari e studio canto e tecnica d'improvvisazione e interpretazione jazz. Ma ero solo un bambino quando, quasi da autodidatta, ho iniziato ad accarezzare i tasti di un organetto emulando grandi maestri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Cosa ha determinato le tue scelte in campo musicale?

Credere in qualcosa al di sopra di noi ha condizionato il mio percorso artistico. Cristianesimo, induismo, buddismo, filosofie new age, sono religioni o modi di percepire il mondo da cui attingo affinché la spiritualità, attraverso le mie note jazz e funk, possa trovare equilibrio e un posto in un’epoca segnata dalla frenesia. Ho anche riproposto al pubblico una mia versione in inglese di quella che ritengo essere la più bella preghiera di sempre, il “Padre nostro”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quali elementi caratterizzano la tua opera?

Cerco di mescolare le mie influenze soul-funk e pop con una ricerca armonica e melodica tendente al jazz. Il tentativo è quello di sperimentare suoni particolari, testi introspettivi (espressione di una mia personale visione dell’amore e dell’essere uomo in un’epoca che va troppo di corsa)  e un utilizzo della voce inteso anche come strumento per vocalizzare: sospiri, voci che simulano chitarre elettriche, flicorni e voci di monaci tibetani che armonizzano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Quali artisti ti hanno ispirato ?

La lista è lunga: Pink Floyd, Bill Evans, Earth wind & fire, Pat Metheny, Pino Daniele, Stevie Wonder, Bobby McFerrin, Lucio Battisti, Toots Thielemans, Michael Jackson, George Benson e tanti altri. Ciascuno di loro ha contribuito alla mia crescita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parlaci dei tuoi progetti…

Al momento vivo due situazioni. La prima è un duo acustico (con un chitarrista andriese, Emanuele Paradiso) in cui suono le tastiere, canto e mi occupo di vocal beat box programmando dal vivo una loopstation e gestendo effetti vari sempre sulla voce. La seconda è un quartetto con Marco Valerio alla batteria, Ruggiero Balzano al contrabbasso, Giuseppe Daleno alla chitarra e poi ci sono io, sempre piano e voce.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché alcuni tuoi testi sono in inglese?

Mi attrae il suono di quella lingua: a volte sento innato il bisogno di buttar giù testi in inglese. Quando canto in inglese mi sento un uomo diverso, un cantante diverso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Pensi di portare il tuo lavoro fuori dalla Puglia?

Coltivo la mia passione in Puglia e al momento non sto valutando la possibilità di cercare qualcosa fuori. Oggi con la rete puoi essere in tutto il mondo. Il mercato poi è saturo e, a mio avviso, qualitativamente inflazionato. Le realtà locali danno poco peso ai cantautori e le cover sono l’unico modo per iniziare ad avere un contatto con il pubblico. Nonostante questo, sono convinto di poter essere felice anche trasmettendo i miei lavori originali qui, nella mia terra, nelle piccole realtà che li apprezzano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il video di "It's a special day" di Alex Terlizzi:



© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita



Scritto da

Lascia un commento


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)