di Mina Barcone

Il ''braccio lineare barese'': sulla Basilica 58 centimetri di leggenda
BARI – Una linea dritta di 58 centimetri di lunghezza incisa sulla facciata della basilica di San Nicola di Bari, accanto al toro di destra del portone centrale: è ciò che tra leggenda e storia viene chiamato il “braccio lineare barese”. (Vedi foto galleria)

Si tratterebbe di un’antica forma di misura utilizzata nel corso del Medioevo per il commercio dei tessuti,  in uso prima del sistema metrico decimale. Calcolata sulla distanza fra il gomito e l’estremità del dito medio,  aveva  però valori diversi a seconda della città in cui ci si trovava, come emerge da un articolo del 1958 dello storico Francesco Babudri. “E’ detto anche “barese”  - scrive l’esperto – perché sebbene la misura dovesse di per sé rappresentare la dimensione lineare media del braccio umano, non tutte le città seguivano un’identica linea”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma come mai quest’incisione si trova proprio sulla facciata della chiesa del patrono barese? “Già nel Corpus Juris del 529 (raccolta di norme giuridiche voluta dall’imperatore Giustiano) – racconta sempre Babudri - si diceva che le misure dovevano essere conservate nella chiesa più sacra di ciascuna città. Bari, città mercantile per eccellenza, vi si conformò ed espose la misura del suo braccio sulla facciata di quella che ormai era diventata la più sacra della città: la Basilica di San Nicola”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E’ plausibile dunque l’ipotesi che l’impronta sia stata incisa per essere messa a disposizione di venditori di tessuti e compratori, anche perché nel corso del Medioevo proprio nei giardini adiacenti alla basilica si svolgevano due grandi fiere. Erano conosciute con il nome di "nicolaiane": una era allestita a maggio in ricorrenza della traslazione di San Nicola, l’altra a dicembre nell’anniversario della morte, entrambe della durata di sette giorni ciascuna. L’affluenza dei devoti e dei pellegrini che aumentava nel corso di queste ricorrenze richiamava il formarsi di bancarelle che vendevano non solo cibo e bevande ma anche oggetti di artigianato locale, panni, vestiti e teli quest’ultimi “branca principale dei traffici baresi”, come scritto da Babudri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo però di leggenda e non di storia perché in nessun manoscritto viene citato il braccio lineare. «Nemmeno all’interno del Codice diplomatico barese (una raccolta di scritti e documenti antichi che riguardano la città di Bari) – afferma Gerardo Cioffari, storico della basilica di San Nicola –. Quella del “braccio” potrebbe quindi trattarsi di una sorta di storiella raccontata ai turisti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Mina Barcone
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  • Leonardo - Molto interessante. Complimenti. Spero sia vero
  • Francesco Paradiso - Beh, anche nella Cattedrale di Trani, sulla quarta semicolonna della navata sinistra, sono riportate alcune misure lineari (canna, mezza canna e altre) che servivano come riferimento per i mercanti che stavano sulla piazza...e si racconta che se qualcuno usava misure false, queste venissero usate per picchiarlo finchè non si rompevano.....


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