di Angela Nitti

Fabrizio Pastore, quando la musica psichedelica incontra la pittura
BARI – Fabrizio Pastore è un giovane artista barese. Dipinge sia ritratti che soggetti liberi, dallo stile riconoscibile che hanno un unico filo conduttore: la musica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Quando hai iniziato a dipingere?
 
«Due anni fa, per necessità. Dopo due anni di pratica in uno studio legale, ho capito cosa non volevo essere...a quel punto accompagnato dalla passione per l'arte ho iniziato un percorso necessario per espandere gli spazi della mia comunicazione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché gli olii?
 
«L'olio è più caldo e plasmabile e se usato bene rende più realistica un’ immagine. E  poi l'odore dell'olio di lino mi fa impazzire».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Soprattutto quello rosso che è molto presente sulle tue tele…
 
«Il rosso è legato sicuramente al concetto che esprime: passionalità, calore, sangue, vita, morte, amore e contribuisce a "impressionare" al primo impatto l'osservatore dell'opera».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Quindi realismo e impressione rappresentano gli scopi della tua pittura

«Sì,  c'è una forte componente impressionista in ciò che faccio. Il quadro deve emozionare al primo impatto, tecnica e dettagli sono relativi. Non trascuro, per il momento, il lato puramente estetico».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Però molti sono i contorni non definiti. Lasci volutamente scivolare il colore sulla tela?
 
«Le mie tele sono volutamente incomplete. Questo rispecchia la mia personalità, mi trovo a mio agio nella "non precisione". Il pensiero più ricorrente  è la paura della fine e al contempo l'attrazione per essa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La musica si ritrova sotto varie forme nei tuoi quadri, anche con particolari applicazioni. Per esempio un mixer al posto del sipario del teatro Petruzzelli e un’aureola di audiocassette sulla testa di una Maria Callas santificata…
 
«Sono un musicista. Prediligo il piano, ma amo scrivere canzoni e attualmente suono in un "progetto" dal nome di "PUS": faccio rock psichedelico. La musica aiuta la mia espressione nel disegno e veicola il significato dell’opera. Il significato del mixer: sono arte e musica a dover "infiammare" il Petruzzelli. La Callas invece rappresenta per me la divinità della musica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La pagina facebook di Fabrizio Pastore: http://www.facebook.com/#!/galleriapastore


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