di Ilaria Milella

I Broken  Frames: «Arduo suonare in Puglia, se c'è chi paga in noccioline»
BARI – Si chiama Broken Frames ed è un gruppo musicale nato nel 2011 e composto da quattro ragazzi ventenni di Cassano delle Murge: i fratelli Walter Nuzzo alla chitarra, Luca Nuzzo alla batteria, Marco Simone alla voce, Erasmo Solazzo al basso (nella foto). Abbiamo incontrato Walter.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Perché il nome "Broken Frames" ?

Il nome della nostra band è nato quasi per sbaglio: cercavamo un nome che fosse d'impatto e ci piaceva molto  "I tasselli mancanti". Abbiamo tradotto queste due parole alla meglio, senza studiare troppo l’inglese ed è uscito fuori “Broken Frames”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Che genere di musica suonano i Broken Frames?
 
Noi ci definiamo "indie rock", ma è una definizione quasi obbligata, perchè facciamo musica indipendentemente da quello che potrà essere il riscontro discografico. Alterniamo pezzi più “forti”, come “L’incrocio” a pezzi più ballate più soft.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Quali sono gli artisti che influenzano il vostro lavoro?
 
Ognuno di noi si ispira a qualcuno. Io adoro i brani dei Depeche Mode e condivido con Luca la passione per gli U2, mentre Marco ed Erasmo amano le sonorità metal degli Iron Maiden, ma apprezzano anche le note calme dei  Coldplay e di Cocciante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Di che parlano i vostri testi e chi li scrive?

I testi li scriviamo sia io che Erasmo. Cerchiamo di trattare tematiche di interesse sociale, ma ci piace spaziare. Al momento il pezzo che forse più ci rappresenta è quello che abbiamo portato alle selezioni del Festival di Sanremo: si intitola "In-Solitudine". E’ ancora un inedito, perchè farà parte del nostro primo album. Il pezzo parla della schizofrenia, che è un argomento per me particolarmente sentito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
Riuscite a suonare in pubblico frequentemente?
 
Noi stiamo portando avanti un doppio progetto, sia come gruppo di brani inediti che come tribute band degli U2. Come tribute band abbiamo trovato più attenzione nella Basilicata e in provincia di Foggia, nel territorio di Bari invece non siamo riusciti ad affermarci molto. Come Broken Frames abbiamo invece deciso di lanciarci in progetti di più vasta risonanza, come Area Sanremo a cui abbiamo partecipato lo scorso anno, perché meglio organizzati e meglio gestiti rispetto a quelli promossi localmente. 
 
E’ difficile affermarsi in Puglia?
 
Che dire, abbiamo incontrato persone “positive”, che ci hanno incoraggiato nel nostro lavoro, ma anche gente assolutamente scortese e poco professionale. Ricordiamo ancora quando in un locale della provincia il gestore decise di pagarci in noccioline. E’ andata sempre meglio nel materano, dove abbiamo incontrato persone più generose, che oltre pagarci il nostro cachet hanno provveduto anche a coprire le spese di viaggio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Progetti?

Dopo la nostra esibizione ad Area Sanremo ci siamo presi una pausa. Adesso siamo lavorando all’ultimazione del nostro ultimo album, completamente autoprodotto, su cui stiamo lavorando all’incirca da due anni. Si tratta di un disco con 10 brani inediti, di cui abbiamo al momento abbiamo reso noto solo un singolo. Pensiamo di completare il tutto in aprile, per poi pubblicare l’album in estate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il video del brano "L'Incrocio" dei Broken Frames:
 


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